notiziario marzo 2021 dal Servizio Pastorale Migranti Arcidiocesi di Siena ( direttore don Doriano Carraro)

notiziario marzo 2021 dal Servizio Pastorale Migranti Arcidiocesi di Siena ( direttore don Doriano Carraro)

NOTIZIARIO MARZO 2021

LETTERA
: Cari sacerdoti, diaconi, religiosi e religiose della nostra Arcidiocesi di Siena Colle di Val d’ Elsa Montalcino,
e p. c. a Mons. Arcivescovo Card. Augusto Paolo Lojudice e ad amici della Migrantes,

è pervenuta dalla segreteria della Migrantes nazionale la comunicazione del tema per la prossima Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato (GMMR) che da alcuni anni si celebra l’ultima domenica di settembre: quest’anno domenica 26 settembre 2021.
Ci sarà un momento celebrativo diocesano, molto probabilmente, anche quest’anno, mettendo insieme la Giornata del Migrante e del Rifugiato con la Giornata Missionaria.

Colgo l’occasione per comunicare che questo nostro Ufficio per il Servizio ai Migranti , ora con nuovi volontari nel sua équipe, è disponibile a fare degli incontri in presenza nelle parrocchie, o on line, proponendo una riflessione e condivisone sul capitolo 4^ della Enciclica Fratelli Tutti: capitolo nel quale si sottolinea che ogni sforzo della Chiesa è volto a “accogliere, proteggere, promuovere e integrare” le persone migranti. Va fatta nostra la consapevolezza che un cuore aperto al mondo intero torna a vantaggio di tutti, perchè permette lo scambio reciproco di doni (cfr. nn. 129, 134 – 138, 146 della FT)
Il Documento sulla fratellanza umana per la pace mondiale e la convivenza comune di Abu Dhabi del 4 febbraio 2919, e il viaggio pastorale di Papa Francesco in Iraq compiuto in questi giorni, ci incoraggiano a superare i nostri orizzonti limitati e metterci a guardare il mondo dal Cielo, dagli occhi stessi di Dio, che ci ha voluti e ci ama come figlio, nel suo Figlio, e dunque impegnati a vivere a tutti i livelli la fraternità.
Mi piace riportare uno stralcio del discorso rivolto nell’ incontro interreligioso presso la casa di Abramo a Ur dei Caldei:
Papa Francesco: “Non ci sarà pace finché gli altri non saranno un “noi”», e «la via che il Cielo indica al nostro cammino è la via della pace”.
«Da questo luogo sorgivo di fede, dalla terra del nostro padre Abramo, affermiamo che Dio è misericordioso e che l’offesa più blasfema è profanare il suo nome odiando il fratello» ha affermato papa Francesco. E con chiarezza ha ribadito: «Ostilità, estremismo e violenza non nascono da un animo religioso: sono tradimenti della religione. E noi credenti non possiamo tacere quando il terrorismo abusa della religione. Anzi, sta a noi dissolvere con chiarezza i fraintendimenti. Non permettiamo che la luce del Cielo sia coperta dalle nuvole dell’odio!».
E poi le parole della responsabilità da assumersi: «Sta a noi, umanità di oggi, e soprattutto a noi, credenti di ogni religione, convertire gli strumenti di odio in strumenti di pace. Sta a noi esortare con forza i responsabili delle nazioni perché la crescente proliferazione delle armi ceda il passo alla distribuzione di cibo per tutti. Sta a noi mettere a tacere le accuse reciproche per dare voce al grido degli oppressi e degli scartati sul pianeta! Sta a noi mettere in luce le losche manovre che ruotano attorno ai soldi e chiedere con forza che il denaro non finisca sempre e solo ad alimentare l’agio sfrenato di pochi. Sta a noi custodire la casa comune dai nostri intenti predatori. Sta a noi ricordare al mondo che la vita umana vale per quello che è e non per quello che ha, e che le vite di nascituri, anziani, migranti, uomini e donne di ogni colore e nazionalità sono sacre sempre e contano come quelle di tutti! Sta a noi avere il coraggio di alzare gli occhi e guardare le stelle, le stelle che vide il nostro padre Abramo, le stelle della promessa».

Sono parole che non devono scivolare via sulla impermeabilità delle nostre paure per la pandemia e tutte le difficoltà conseguenti.
Proprio questo tempo della pandemia ci deve spronare a una solidarietà fraterna globale.
Finchè rimaniamo chiusi a preoccuparci solo dei nostri problemi, non risolveremo i nostri problemi.
La pandemia in corso non ci faccia dimenticare la pandemia delle guerre, delle violenze, degli esodi migratori, anche qui alle porte di casa, al confine tra Bosnia e Croazia, che producono morti senza numero, verso cui abbiamo reagito con la corazza della differenza.
Basta ascoltare uno dei tanti notiziari Ansa che la radio Vaticana trasmette ogni mattina alle 10,30 attraverso Radio Maria per farci rincaponire la pelle: mettono l’angoscia e fanno gridare “Dio mio, Dio mio, perchè mi hai abbandonato?”

NOTIZIE
1 – Sabato 6 marzo, c’è stato un incontro unitario, a livello regionale, degli uffici “Caritas – Migranti – Missio”, presieduto dal nostro Arcivescovo Card. Augusto Paolo, dal titolo “Nessuno si salva da solo”.
Come chiesa di Siena, ci siamo prefissati l’incontro e il dialogo tra i rappresentanti di altre Fedi presenti sul territorio, per iniziare e sviluppare una collaborazione caritativa che in qualche maniera declini i 4 verbi dateci da Papa Francesco: “accogliere, proteggere, promuovere e integrare” le persone migranti”
In allegato riporto la scheda di lavoro che potrebbe essere utilizzata all’ interno delle nostre parrocchie, per sviluppare una maggior consapevolezza e operatività in ordine alla fratellanza universale.

2 – Si ricorda che presso le Clarisse in Via Paolo Mascagni 40 – Siena, dalle 10 alle 12 ogni lunedì, c’è un operatore del Servizio Migranti per ascoltare situazioni di bisogno in ordine ai permessi di soggiorno, sussidi, reddito di cittadinanza, …… L’ operatore si chiama Roberto: cell. 328 823 4546; 0577 057568 (Ufficio di Castellina Scalo).
Sempre presso le Clarisse, è aperto anche uno Sportello Migranti sovvenzionato dal FAMI, dal martedì al venerdì, di mattino
Per qualsiasi richiesta, potete contattare direttamente me, don Doriano, cell. 335 6651581; email: dondoriano@live.it

3 – UN LABORATORIO D’ARTE E MESTIERI NEL GIARDUINO DEI PELLEGRINI A MONTERIGGIONI, in cui sono protagonisti alcuni giovani migranti.
Continua a Monteriggioni l’esperienza di creare qualcosa di bello frutto dell’ “ingegno umano dei migranti”, accompagnati da artisti autoctoni e internazionali.
Dopo la Sartoria del Migrante e del pellegrino che ha avuto un incoraggiante riscontro di interesse e simpatia, a partire da questa Pasqua il giardino della parrocchia di Monteriggioni diventerà teatro – mostra di arti e mestieri proposti da scultori, scalpellini, fabbri, pittori, ortolani e giardinieri , per riscoprire un mondo medievale, o in genere antico, che puo’ piacere e farci ben anche oggi.
Sarà creato un giardino botanico – officinale sotto le antiche mura.
4 – Una grande perdità: vittima del Covid, è tornato al Cielo, nell’ abbraccio di Dio Padre Misericordioso, il fratello Imam della Moschea di Colle di Val d’ Elsa: Abdel. Un vero amico con il quale avevamo camminato e insieme, condiviso la bellezza della Fede in Dio, e l’impegno di servire il bene di tutti.
5 – AVVISO: PURTROPPO, A CAUSA DELLE RESTIZIONI DELLA PANDEMIA , SOLO LA COMUNITA’ DI RITO GRECO BIZANTINO SI RITROVA A CELEBRARE L’EUCARISTIA PRESSO LA CHIESA DI SANTA PETRONILLA ALLE ORE 15 NELLE DOMENICHE: SECONDA, QUARTA E QUINTA DEL MESE.
INOLTRE LA COMUNITA’ LATINO AMERICANA HA IL RIFERIMENTO DEI PADRI FRANCESCANI DELL’ OSSERVANZA, ed in particolare si ritrovano per la Santa Messa alle ore 12 ogni ultima domenica del mese.

Faremo conoscere in seguito, superato questo periodo pandemico, gli orari delle celebrazioni delle altre comunità: polacca, indiana, africana francofona e anglofona, filippina.

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ALTRI SPUNTI TRATTI DALL’ INTERVISTA AL PAPA, AL RITORNO IN AEREO DALL’ IRAQ:

Due anni fa ad Abu Dhabi, l’incontro con l’imam al-Tayyeb di Al-Azhar e la firma del Documento sulla Fratellanza umana. Tre giorni fa lei si è incontrato con Al-Sistani, si può pensare a qualcosa di simile con il versante sciita dell’islam?
«Il documento di Abu Dhabi del 4 febbraio è stato preparato con il grande Imam in segreto, durante sei mesi, pregando, riflettendo e correggendo il testo. È stato – e dirlo è un po’ presuntuoso – un primo passo di ciò che lei mi domanda. Questo sarebbe il secondo passo e ce ne saranno altri. È importante il cammino della fratellanza. Il documento di Abu Dhabi ha lasciato in me l’inquietudine della fratellanza, e poi è uscita Fratelli tutti. Ambedue i documenti si devono studiare perché vanno nella stessa direzione, sulla via della fratellanza. L’Ayatollah Al-Sistani ha detto una frase che cerco di ricordare bene: “Gli uomini sono o fratelli per religione o uguali per creazione. Nella fratellanza è l’uguaglianza e sotto l’uguaglianza non possiamo andare. Credo che sia una strada anche culturale. La nostra fede ci fa scoprire che è questo, la rivelazione di Gesù è l’amore e la carità e ci porta a questo: ma quanti secoli per attuarlo! Questo è importante, la fratellanza umana, che come uomini siamo tutti fratelli, e dobbiamo andare avanti con le altre religioni. Il Concilio Vaticano II ha fatto un grande passo in questo senso. E anche con le istituzioni seguenti: il Consiglio per l’unità cristiani e il Consiglio per il dialogo interreligioso. Tu sei un uomo, sei figlio di Dio e sei mio fratello, punto. Questa sarebbe l’indicazione più grande, ma tante volte si deve rischiare per fare questo passo. Lei sa che ci sono alcune critiche: che il papa non è coraggioso, è un incosciente che sta facendo dei passi contro la dottrina cattolica, che è a un passo dall’eresia, ci sono dei rischi. Ma queste decisioni si prendono sempre in preghiera, in dialogo, chiedendo consiglio, in riflessione. Non sono un capriccio, sono la linea che il Concilio ha indicato.

Abbiamo visto il coraggio, il dinamismo dei cristiani iracheni, abbiamo visto anche le sfide e la testimonianza della fede. Dieci anni fa si è svolto un Sinodo per il Medio Oriente ma il suo sviluppo è stato interrotto dall’attacco alla cattedrale di Baghdad. Pensa di realizzare qualcosa per l’intero Medio Oriente, un sinodo regionale o qualsiasi altra iniziativa?
«Non sto pensando a un Sinodo, sono aperto a tante iniziative ma a un Sinodo non ho pensato. Lei ha buttato il primo seme, vediamo. La vita dei cristiani è travagliata, ma non solo dei cristiani, abbiamo parlato dei yazidi, le altre religioni che non si sottomettevano al potere del Daesh. E questo mi ha dato una forza molto grande. Ieri mentre tornavamo in macchina da Qaraqos a Erbil, vedevo tanta gente, giovani. E qualcuno mi ha fatto la domanda: ma questi giovani qual è il loro futuro? Dove andranno? In tanti dovranno lasciare il Paese. Prima di uscire, l’altro giorno, sono venuti a congedarmi 12 iracheni. La migrazione è un diritto doppio: diritto a non migrare, diritto a migrare. Questa gente non ha nessuno dei due, perché non possono non migrare e non possono migrare perché il mondo non ha ancora preso coscienza che la migrazione è un diritto umano. L’altra volta mi diceva un sociologo italiano parlando dell’inverno demografico in Italia: entro 40 anni dovremo importare stranieri perché lavorino e paghino le tasse delle nostre pensioni. Ma la migrazione, la si vive come una invasione. Ieri ho voluto ricevere, perché lui l’ha chiesto, dopo la messa il papà di Alan Kurdi. Questo bambino è un simbolo, Alan Kurdi è un simbolo per questo ho regalato la scultura alla Fao. È un simbolo che va oltre bambino morto nella migrazione. È il simbolo di civiltà morte, che muoiono, che non possono sopravvivere, il simbolo di umanità. Ci vuole urgente misura perché la gente abbia lavoro al suo posto e non abbia bisogno di migrare e anche misure per custodire il diritto di migrazione. È vero che ogni Paese deve studiare bene la capacità di ricevere, perché non è soltanto ricevere e lasciarli sulla spiaggia ma anche accompagnare, farlo progredire e integrarli. Anche io vorrei ringraziare i Paesi generosi che ricevono i migranti: il Libano è stato generoso con i migranti due milioni di siriani, più o meno. La Giordania è stata generosissima, più di un milione e mezzo di migranti. E tanti altri Paesi, ne menziono due soltanto. Grazie a questi Paesi generosi, grazie tante».

GRAZIE DON DORIANO